Nella prima settimana di dicembre, numerosi contribuenti hanno ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate riguardante una possibile anomalia nella dichiarazione dei redditi. Questa lettera, inviata a circa 700.000 destinatari tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), ha sollevato diversi interrogativi. Vediamo insieme di cosa si tratta e come comportarsi.
La Lettera di Compliance: Uno Strumento Informativo
La comunicazione inviata dall’Agenzia delle Entrate ha un carattere esclusivamente informativo. Non si tratta di un avviso di accertamento, né di una richiesta di documentazione o riscontro. L’intento principale è promuovere la trasparenza e favorire l’adesione spontanea ai nuovi strumenti messi a disposizione dal sistema tributario, come la possibilità di correggere eventuali errori in autonomia.
Cosa Fare se si Riceve la Comunicazione
Se hai ricevuto questa lettera e, analizzando la tua dichiarazione dei redditi, non riscontri alcuna anomalia, non è necessario fare nulla. L’Agenzia stessa, con la FAQ del 06.12.2024 ha chiarito che:
- La comunicazione non anticipa controlli futuri.
- Non richiede alcuna risposta o intervento da parte del contribuente.
Se invece hai individuato delle inesattezze nella tua dichiarazione, il sistema tributario offre strumenti per regolarizzare la tua posizione, come il ravvedimento operoso. Questa opzione, recentemente migliorata grazie alla riforma del sistema sanzionatorio, consente di beneficiare di sanzioni ridotte.
L’Obiettivo della Lettera
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato che queste comunicazioni hanno l’obiettivo di condividere preventivamente i dati a disposizione, permettendo al contribuente di verificare la propria posizione fiscale. L’idea è quella di sensibilizzare i cittadini su eventuali errori o discrepanze, offrendo loro l’opportunità di correggerle in modo proattivo.
Un Invito alla Collaborazione
È interessante notare come questa iniziativa si inserisca in un contesto più ampio: la riapertura dei termini per aderire al Concordato Preventivo Biennale 2024-2025, prevista fino al 12 dicembre 2024. Sembra infatti che l’invio di queste comunicazioni sia anche finalizzato a “invogliare” i contribuenti a valutare l’adesione a questo nuovo strumento di compliance fiscale
Alcune considerazioni
L’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate merita una riflessione più approfondita. Mentre sulla carta l’intento dichiarato è quello di instaurare un dialogo preventivo e collaborativo con i contribuenti, le modalità di comunicazione scelte sollevano diverse perplessità.
La scelta di inviare comunicazioni via PEC a 700.000 contribuenti, facendo riferimento a presunte “anomalie” nella dichiarazione dei redditi, assume toni che potrebbero essere percepiti come intimidatori, nonostante le successive precisazioni dell’Agenzia sul carattere meramente informativo della comunicazione.
Particolarmente critico è il riferimento al confronto con “i redditi dei lavoratori dipendenti dello stesso settore economico”. Questo parametro di confronto appare quanto mai nebuloso: non viene specificato come vengano individuati i settori economici di riferimento, quali siano le fonti statistiche utilizzate, né come vengano elaborate queste informazioni. Inoltre, il confronto tra redditi da lavoro autonomo e dipendente appare metodologicamente discutibile, considerando le profonde differenze strutturali tra le due tipologie di reddito in termini di costi, rischi imprenditoriali e dinamiche di mercato.
Questo approccio comunicativo, sebbene inserito in un contesto di dichiarata volontà di dialogo e trasparenza, rischia di generare un effetto opposto: invece di promuovere una vera collaborazione, potrebbe alimentare un clima di incertezza e diffidenza tra i contribuenti. Sarebbe auspicabile che l’Agenzia, nel perseguire i suoi legittimi obiettivi di compliance fiscale, adottasse modalità di comunicazione più trasparenti e meglio documentate, fornendo ai contribuenti tutti gli elementi necessari per comprendere appieno la natura e il fondamento delle presunte anomalie segnalate.